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Microbi nella storia

28 Novembre 2021

di Valentina Palmieri

Le grandi epidemie hanno mutato la storia mondiale: basti pensare alla Peste Nera nel medioevo, la Spagnola nel primo Novecento e adesso il COVID-19. Tutte queste pandemie hanno cambiato le nostre abitudini giornaliere, l’economia internazionale e molto altro.

Insomma, quando studieremo tra qualche anno questo periodo, ci accorgeremo che un piccolo fastidioso microorganismo ha modificato gli equilibri ambientali e sociali di miliardi di persone. Non ci credete? Vediamo un esempio dal passato: nel 1667 gli olandesi, pur di difendere l’isola di Run, un’isola spersa nel Pacifico, cedettero agli inglesi l’isola di Manhattan, l’attuale New York. Perché tanta gelosia verso un’isola delle Molucche? Perché ricca di boschi di noce moscata, una spezia che non solo veniva utilizzata per conservare i cibi ma che si pensava potesse proteggere dalla peste. Insomma una delle principali città americane avrebbe potuto avere una storia completamente diversa se non fosse stato per una credenza – infondata – su una spezia efficace contro un microorganismo mortale.

Oggi, per fortuna, conosciamo molto meglio i microorganismi e posiamo osservarli e studiarli grazie ai microscopi e tecniche di genetica più avanzate.

I microorganismi sono gli organismi più piccoli ma più abbondanti del nostro pianeta, sia per massa che per numero. Questa categoria comprende i batteri, le alghe microscopiche, i lieviti e anche i protozoi. Molti scienziati però considerano microrganismi anche i virus nonostante necessitino di un ospite per replicarsi, ovvero sono parassiti obbligati.

Anche se alcuni microrganismi causano malattie (patogeni), altri sono importanti per la digestione, per l’immunoprotezione e altre funzioni vitali per l’uomo. Inoltre i microbi producono la maggior parte dell’ossigeno terrestre e sono essenziali in tutti gli ecosistemi. I microrganismi sono anche in coinvolti nella produzione di cibo come pane e yogurt.

Sebbene siano tutti molto piccoli, rispetto alle cellule del nostro corpo, i microorganismi posseggono strutture molto diverse tra loro.

Prendiamo ad esempio un batterio come Lactobacillus bulgaricus, che viene utilizzato, assieme ad altri batteri, per la produzione dello yogurt. Questo batterio fu scoperto nel 1905 dal medico bulgaro Stamen Grigorov, e poi fu successivamente studiato dal medico russo Ilya Metchnikoff per collegare la longevità dei bulgari con il consumo dello yogurt. Il Lactobacillus bulgaricus è piuttosto grande, arriva fino a un paio di millimetri di lunghezza, ha forma cilindrica, una spessa parete cellulare e un citoplasma completo molto accessoriato per tutte le funzioni vitali.

E i virus? Molto più piccoli, molto più insidiosi. Il SARS-CoV-2, il virus che ci ha costretti tutti ad un duro lockdown, ha un diametro di 100 nanometri circa (10000 volte più piccolo del nostro amico nello yogurt). All’esterno del virus è presente una membrana lipidica, chiamata envelope, sulla quale sono presenti varie proteine tra cui la proteina S che forma una corona, da qui il nome coronavirus. All’interno, protetto da questo involucro, il genoma del virus: un singolo filamento di RNA . Dato che l’RNA da solo non riesce ad infettare l’uomo perchè viene degradato, se distruggiamo l’envelope del SARS CoV-2, ad esempio con il sapone o i detergenti alcolici, riusciamo a proteggerci dalle infezioni. Insomma non si batte un virus con una spezia profumata!

APPROFONDIMENTI

  1. Se vuoi capire meglio come sono i virus in 3D, clicca qui o qui per creare un origami del coronavirus.
  2. La storia completa sull’isola delle Molucche e su come alcune molecole abbiano cambiato la storia la puoi trovare ne “I bottoni di Napoleone” un saggio di Penny Le Couteur e Jay Burreson https://it.wikipedia.org/wiki/I_bottoni_di_Napoleone
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