Intervista scientifica al Ricercatore

24 Maggio 2022

Come ti chiami?

Davide Pirolli

Dove ti trovi adesso?

Sono le 9:15 e mi trovo nel mio studio, oggi lavoro a casa, ho appena finito di mangiare un cornetto con la crema dopo aver pianificato lo svolgimento di tutti i compiti lavorativi che debbo svolgere durante la giornata.

In 4 righe ci dici cosa studi?

Sono un chimico computazionale e drug designer. Mi occupo della predizione della forma tridimensionale delle proteine e dei complessi proteina-ligando per poi studiarne le caratteristiche e i movimenti, attraverso la computer grafica e il calcolo computazionale. Disegno inoltre nuovi farmaci utilizzando il machine learning, ossia una branca dell’intelligenza artificiale che, nel mio caso, permette di “insegnare” ad una macchina a riconoscere, tra milioni di piccole molecole, quali sono quelle candidate ad essere farmaci.

Quali prospettive apre, anche a lungo termine, per la conoscenza e quali applicazioni ha il tuo progetto?

Il ruolo dei miei studi si colloca all’interno di due sfere applicative che sono quella della comunità scientifica e quella della salute. Per quanto riguarda le applicazioni nella ricerca accademica, le simulazioni teoriche che faccio sono, da una parte, una linea guida per i colleghi che fanno attività sperimentale che gli permette di risparmiare risorse economiche e temporali, sia un modo per contribuire a spiegare ciò che gli esperimenti non riescono a spiegare. Dall’altro lato a una chiara utilità nella ricerca di nuovi farmaci che possono sia migliorare quelli già esistenti, ma anche fornire soluzioni nuove, più efficaci e meno tossiche alle molte malattie che ancora costituiscono un forte rischio per la salute.

La cosa più bella del tuo lavoro?

La libertà. Libertà perché, lavorando col computer, sei libero di fare un numero di esperimenti che finisce dove finisce la tua fantasia e creatività. Libertà perché, essendo un lavoro intellettuale, si fonda e prende forza dal pensiero indipendente. Libertà perché si gestisce il proprio tempo ed il proprio lavoro, per lo più in maniera autonoma (anche se il problema di base è che il tempo è sempre poco). Libertà perché è proprio il sapere (anche la coscienza di non sapere) che, secondo me è uno dei grimaldelli in grado di aprire tantissime porte nella vita.

Tra 5 anni farai ancora questo?

Tra 5 anni si, con una probabilità del 99.8%.

La tua scrivania ordinata o disordinata?

La situazione sulla mia scrivania varia molto nel tempo a seconda delle attività del periodo. So che è una frase tipica di una persona spesso accusata di essere disordinata ma “l’ordine è relativo”.

A scuola cosa ti piaceva studiare?

Geografia astronomica

Il tuo hobby?

Ho da sempre avuto tantissime passioni ma pochissimo tempo da dedicarci. Tra queste gli sport come surf da onda, snowboard e subacquea, l’elettronica, i documentari su youtube di divulgazione scientifica di campi in cui non sono esperto (eg. Astronomia), musica. Attualmente, i miei hobby più belli e praticati sono il calcio e lo skateboard che pratico con i miei figli. Dopo viene la mia Harley Davidson forty-eight.

Il posto preferito della città?

Parco degli Acquedotti, “il laghetto”. Appio Claudio, Roma.

Ci consigli un libro e un film in cui si parla di scienza?

Libro: “Neurobiologia del tempo” di Arnaldo Benini è un libro che devo leggere a breve per estinguere una mia curiosità sul tempo, dopo che ho visto decine di documentari su youtube sull’argomento: gli orologi segnano il tempo basandosi sul numero di vibrazioni di un cristallo di quarzo attraversato da una debole corrente elettrica, ad esempio ogni secondo fa 30 mila vibrazioni e così riusciamo a dare una cadenza a secondi, minuti e ore. Qual è il “cristallo di quarzo” che permette al nostro cervello di tenere (più o meno) il ritmo quando suoniamo la batteria o quando cantiamo? Può sempre tornare utile per risolvere il problema atavico per cui le cose noiose durano tanto mentre quelle avvincenti, quanto un batter di ciglia.

Film: Time Trap. Molto bello perché secondo me rappresenta molto bene l’idea di come il tempo, inteso come susseguirsi di eventi, può scorrere a velocità diverse, come predetto da Einstein. Una teoria che è stata dimostrata moltissime volte nei decenni successivi, fino ad oggi. Il GPS è un esempio: sui satelliti il tempo scorre diversamente da come scorre sulla terra (si parla di frazioni di frazioni di millisecondo) e se non si tenesse conto di questa differenza le posizioni che noi avremmo su google maps presenterebbero un errore di diversi metri.

Intervista scientifica al Ricercatore