Autore: Francesco Cartei

Genius, una serie da rivedere!

di Elisa Moriconi

Nel 2017 National Geographic ha prodotto e trasmesso la serie televisiva Genius, la cui prima stagione è dedicata interamente alla figura di Albert Einstein.

L’opera si concentra sulla sua biografia, la sua figura storica e ovviamente il suo lavoro e le sue scoperte. Il protagonista è mirabilmente interpretato dal pluripremiato Geoffrey Rush, vincitore del premio Oscar, e da Johnny Flynn nei suoi anni giovanili.

In dieci episodi si percorre, in maniera non lineare ma stilisticamente accattivante, tutta la vita di uno dei più grandi geni della storia; eppure la sua mente brillante non attutisce i limiti dell’essere umano. Grande risalto riveste la figura di Mileva Maric – che spesso viene ricordata solo come moglie di Albert e madre dei suoi figli – ma che, come viene approfondito nel testo “Geni nell’ombra” edito da Codice Edizioni, fu prima di tutto una grande scienziata, appassionata ed esperta di fisica e matematica e che soprattutto contribuì notevolmente alle scoperte e pubblicazioni del marito sebbene il suo nome sia stato omesso completamente.

Molto interessante è anche l’intreccio della vita dei protagonisti con la storia: gli anni del nazismo, l’avvento della guerra, la fuga dalla Germania e il conseguente esilio.

La figura umana, il suo rapporto controverso con i figli, la fine del matrimonio e il trattamento riservato alla moglie sono prevalenti e centrali; il suo lavoro fa da sfondo ma ovviamente domina la scena, come inevitabile che sia.

È un drama ben fatto, appassionante ed interessante che approfondisce il genio di uno degli scienziati più affascinanti del ventesimo secolo (e non solo), che lascia accesso alle sue scoperte – anche ai non addetti ai lavori – e che rappresenta il mondo accademico, scientifico e storico degli anni che prende in esame.

Una serie che consigliamo da recuperare…o rivedere

https://it.wikipedia.org/wiki/Genius_(serie_televisiva)

Geni nell’ombra

di Elisa Moriconi

GENI NELL’OMBRA – Milly Barba e Debora Serra

Il sottotitolo di questo libro è “Storie di grandi menti alle quali è stata soffiata l’idea”. Effettivamente si tratta proprio di questo: i racconti dettagliati di grandi scienziati che, per caso o destino, non hanno visto riconosciuto il loro genio, la loro opera, il loro lavoro.

Eppure, secondo me, la bellezza del libro non sta tanto nel racconto di come le cose non siano andate come dovevano quanto nella spiegazione dell’incredibilità delle scoperte fatte da ogni singolo personaggio, l’influenza della loro biografia, dei fatti storici, del contesto culturale e di come, quasi tutti, abbiano superato tutte queste circostanze grazie a un intelletto sconfinato, fuori dal comune.

Questo libro racconta grandi menti, grandi lavoratori, grandi appassionati, grandi testardi; il tutto con una scrittura di facile comprensione ma mai banale.

Un altro aspetto che rende particolarmente interessante il libro è il fatto che spazia in varie epoche storiche e vari campi delle scienze: dalla matematica astratta e pura alle scienze applicate volte a costruire macchinari come i calcolatori o il telefono; la chimica, le scoperte scientifico-antropologiche.

Tra le tante storie di Codice Edizioni il telefono di Antonio Meucci, la Penicillina di Vincenzo Tiberio, Rosalind Franklin e le radio pulsar di Susan Jocelyn Bell. Un testo appassionante che può interessare gli addetti ai lavori ma non solo.

Link alla scheda completa

BIODESIGN la creatività ispirata da scienze e natura

di Irene Caretti

Bio Design: Nature, Science, Creativity è un catalogo redatto da William Myers pubblicato per la prima volta del 2012 e in una seconda versione arricchita del 2018, negli Stati Uniti dal MoMA, e nel resto del mondo da Thames & Hudson.

William Myers​ svolge la sua attività di curatore, scrittore e insegnante ad Amsterdam. Il focus delle numerose mostre internazionali da lui organizzate e delle sue ricerche è l’influenza che hanno sulla cultura i costanti progressi scientifici e gli sviluppi tecnologici.

In questo libro vengono analizzati oltre settanta progetti di biodesign, che integrano le scienze biologiche e il design in maniera originale, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza ambientale dei processi di produzione e dei progetti realizzati.

Ricerche come “Algaerium”, nella quale la designer Marin Sawa si interroga sulla possibilità dell’utilizzo di alghe cresciute in un bio-lab casalingo come fonte di green energy e al contempo come elemento luminescente per le nostre case e spazi esterni, ci fanno comprendere la qualità dei progetti proposti nel volume.

A partire dalla domanda alla base della ricerca, il volume sviluppa per ogni progetto una scheda analitica che presenta gli autori, i materiali utilizzati e il livello di completezza.
Un breve testo è accompagnato da un ricco numero di immagini e didascalie, nelle quali viene presentato il progetto nella sua interezza, i dettagli, il funzionamento e le modalità di utilizzo.

Il libro è suddiviso in otto sezioni e contiene più di 500 immagini. La prefazione a cura di Paola Antonelli, sottolinea come sia mutato il ruolo del design nel corso del tempo, arrivando ad affermare che “i designer stanno usando le loro competenze per affrontare questioni che prima erano fuori dai loro limiti, dalla visualizzazione scientifica alle interfacce, dalle teorie sociologiche alle possibili applicazioni e conseguenze delle nanotecnologie”.

Nell’ultimo decennio, infatti, sono nate sempre più numerose collaborazioni tra designer e scienziati, che hanno portato alla creazione di progetti che mostrano le interazioni tra i due campi, in particolare lavori che esprimono le possibili contaminazioni tra design e biologia.
Il biodesign che William Myers esplora in dettaglio in questo volume corrisponde proprio a questa nuova forma di design organico, in continua e rapida evoluzione.

 Nei sei capitoli principali avrete la possibilità di esplorare progetti che spaziano dall’architettura ad un approccio ecologico all’ingegneria dei materiali fino a progetti artistici che sfruttano la mutevolezza della natura.

Nella conclusione del volume troviamo una sezione dedicata alle interviste e alle biografie dei designer, dandoci la possibilità di comprendere la profondità di questo nuovo approccio al design.

Se volete esplorare le nuove frontiere del bio design questo volume potrà generare molteplici spunti di riflessione offrendo una panoramica puntuale dello stato attuale delle contaminazioni tra design e scienza.

Il Cervello Musicale. Il Mistero Svelato Di Orfeo – Daniele Schön

di Elisa Moriconi

Il cervello musicale

Casa editrice: il mulino

Il cervello musicale, edito da Il Mulino, è un piacevole volume che ci immerge nel mondo della musica e delle connessioni cerebrali in maniera delicata e coinvolgente.
Gradualmente ci vengono spiegate le scoperte fatte sull’argomento, il tutto condito da simpatici aneddoti legati alla vita dell’autore. Il Dott. Schön infatti, oltre ad essere direttore di ricerca CNRS all’Istituto di Neuroscienze dei sistemi a Marsiglia, è anche un abile violoncellista per cui le sue ricerche sono frutto di studio e passione che trasmette in ogni pagina.
L’accuratezza scientifica e lo stile narrativo non risultano pesanti o asettici, ne risulta una lettura semplice in grado di incuriosire ma anche di porre interessanti e profondi quesiti.
Nelle conclusioni leggiamo “quando ho iniziato a scrivere questo libro pensavo che avrei scritto un volumetto divulgativo su musica, cervello e neuroscienze”. Possiamo dire che l’autore è certamente riuscito nel suo intento ma forse ha fatto anche di più perché, anche se può sembrare azzardato, sembra di respirare un fondo filosofico; il Dott. Schön cerca di andare oltre le mere scoperte scientifiche e i meccanici processi che descrive: si interroga anche sul ruolo dell’arte, del peso che ha sull’essere umano e sulla società.
Consigliato a musicisti e non solo!

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